Per sfornare la schiacciata non ti resterà dunque che lavorare insieme, a più riprese, il pre-impasto con la farina, il burro fuso, lo zucchero, le uova e l’olio d’oliva, e profumare poi il tutto con l’aroma all’arancia, il liquore al rosolio e al maraschino, e una manciata generosa di semi di anice. Il risultato sarà un prodotto da forno alto, morbido e irresistibile, da portare in tavola per la colazione pasquale con salumi, formaggi e uova di cioccolato, o come dessert di fine pasto.
Se desideri, puoi utilizzare al posto del rosolio e del maraschino, un goccino di rum, del liquore all’anice o del marsala oppure puoi aggiungere il succo e la scorza grattugiata dell’arancia in sostituzione dell’aroma. Puoi anche arricchire la schiacciata con uvetta, canditi o gocce di cioccolato, ma noi ti suggeriamo di gustarla in purezza per rimanere fedeli alla tradizione.
Ma perché una brioche alta e ben alveolata si chiama “schiacciata”? In realtà il nome non avrebbe nulla a che vedere con la sua forma ma si riferirebbe al fatto che questa ricetta, nata verso la metà dell’800 dall’ingegno contadino, veniva preparata schiacciando, ovvero, rompendo, un gran numero di uova (frutto delle abbondanti covate primaverili). Schiacciare, in dialetto livornese, si dice stiacciare: spiegato il motivo per cui il dolce è conosciuto anche con il nome di stiacciata.
Scopri come preparare la schiacciata di Pasqua seguendo passo passo procedimento e consigli. Se ti è piaciuta questa ricetta, cimentati con altre variazioni sul tema:
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